“Se viene eletto il giorno dopo andiamo a bussare”. Politico chiese al clan di far votare un esponente di Fratelli d’Italia

Un intreccio tra politica e ambienti criminali al centro dell’indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari. L’inchiesta, che ha portato all’arresto di sei persone, compreso l’assessore di Modugno, Antonio Lopez, candidato per Forza Italia alle prossime Regionali, ha svelato presunti tentativi di scambio politico-mafioso in occasione delle elezioni comunali del 2020 ed europee del 2024. Tredici in tutto gli indagati, inclusi il sindaco di Modugno Nicola Bonasia (nessuna misura cautelare) e Felice Giuliani di Stornara (carcere) del resort Villa Giuliani situato nei 5 reali siti in provincia di Foggia.
Secondo gli inquirenti, l’esponente politico avrebbe intrattenuto contatti con persone considerate vicine a contesti malavitosi per ottenere pacchetti di voti in cambio di favori e promesse di disponibilità futura. 25 euro a voto.Le conversazioni, ricostruite nelle 300 pagine dell’ordinanza, delineano un sistema in cui la ricerca del consenso sarebbe passata anche attraverso “canali informali” e legami di fiducia consolidati tra Lopez e una donna del clan Diomede di Bari.
Le intercettazioni: “Persone sicure e favori da chiedere dopo”Dalle chat acquisite dagli investigatori emergono espressioni che danno il tono della trattativa. In una di queste, Lopez inviò alla Diomede l’immagine del santino elettorale di Michele Picaro, esponente di Fratelli d’Italia, estraneo all’inchiesta, e propose: “Riusciamo a dargli una mano a Michele entro domani? Anche una decina di persone, che dici? Ovviamente dieci, quindici, venti… persone sicure. È un amico, un amico vero. Quindi, insomma, se va bene e viene eletto, il giorno dopo andiamo a bussare“. La risposta della donna: “Tranquillo, me la vedo io. La maggior parte sono amici, si può cambiare qualcuno”.
Gli inquirenti sottolineano come il linguaggio usato e i riferimenti a “favori da chiedere” e “reti di conoscenze” delineino un quadro di scambio di influenza e voti, tipico delle dinamiche clientelari radicate sul territorio.
Il servizio di StrisciaNelle chat tra Lopez e la Diomede si parlava anche di un servizio di Striscia la Notizia relativo ad un sedicente appartenente al clan Diomede che minacciò l’inviato della trasmissione. Poco dopo le ore 22 del giorno della messa in onda della trasmissione, quindi meno di un’ora dopo il termine della puntata, Lopez ricevette dalla Diomede un’immagine riproducente il viso della persona che si era qualificata come un appartenente all’organizzazione criminale.
Emerse il notevole disappunto della famiglia Diomede in merito alla vicenda, ciò in quanto l’uomo, sebbene “qualificatosi” come Diomede, era assolutamente estraneo alla famiglia. Una circostanza che scatenò il conseguente avvio di una “caccia all’uomo” ad evidente scopo punitivo.
La Diomede chiese a Lopez se conoscesse la persona ritratta nell’immagine, spiegando poi quanto accaduto. Lopez: “Uno non fa niente e viene infangato”.
Diomede: “Chi cazzo lo conosce ‘sto coglione? Credimi, Anto’, non lo co…, perché se lo sapevamo, stasera stessa lo dovevamo andare a prendere da dentro alla casa. Cioè, è da impazzire. Noi abbiamo chiamato pure a Striscia la Notizia, ma Striscia la Notizia non è… risulta sempre occupato, poi abbiamo visto che ha risposto la segreteria, domani mattina. Perché noi vogliamo saperlo noi adesso, cioè, ma vedi che è da impazzire, ‘sto coglione! ‘Sto coglione! Le persone poi ci possono guardare e dire: ‘Guarda questi che vanno facendo?’. Loro mo’, Striscia la Notizia possono capire chi è, perché dal numero della targa e tutto il resto, lo vanno a prendere, questo trimone! Però la gente, Anto’, come ci guarda? Con un altro occhio. ‘Sti bastardi! Questo è un bastardo!”.
Lopez: “Na faccia di cazzo che c’ha?”. Diomede: “Ci sta facendo impazzire, che a ognuno di noi hanno fatto – capito? – la foto per riprenderlo al migliore dei modi, perché non si riusciva, siamo stati a uscire matti. ‘Sto pezzo di merda! Ma domani noi lo dobbiamo trovare, questa faccia di ciola lo dobbiamo trovare. Questo infame e cornuto lo dobbiamo trovare!”.
La mattina seguente, Diomede avvertì Lopez che il personaggio era stato individuato e che sarebbero andati a prelevarlo, il tutto con il chiaro intento di tutelare il buon nome e la fama criminale della famiglia Diomede.
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